Giornata mondiale degli oceani

Questa giornata è stata istituita nel 1992 al “SUMMIT DELLA TERRA” di Rio de Janeiro, per dedicare una giornata al legame che unisce l’umanità all’oceano.Il focus è centrato sull’importanza vitale del mare come ecosistema fondamentale.
Il tema di quest’anno è “TOGETHER WE CAN PROTECT OUR HOME”,PROTEGGIAMO INSIEME LA NOSTRA CASA, con l’obiettivo di chiedere ai leader mondiali di proteggere il 30% dei mari entro il 2030.
Oggi nei mari finiscono circa 8 milioni di tonnellate di plastica ogni anno.Se non si fa subito qualcosa nel 2050 gli oceani potrebbero contenere più bottiglie di plastica che pesci. I numeri spaventosi sono contenuti nello studio della Fondazione Ellen MacArthur.
Il problema più urgente riguarda l’inquinamento provocato dagli oggetti di plastica monouso.
Dal 1964 a oggi, la produzione di plastica nel mondo è aumentata di venti volte e nel 2050 quadruplicherà. Oggi meno del 5% della plastica viene riciclata perchè il 40 percento finisce in discarica ,e un terzo negli ecosistemi naturali, quali i mari e gli oceani.
I maggiori inquinatori non sono i paesi occidentali più industrializzati ma le nazioni asiatiche: Cina,Filippine,Thailandia.Il 60 percento di inquinamento da plastica arriva da esse, lo ha rivelato una ricerca condotta dall’organizzazione ambientale Ocean Conservancy Mckinsey.
I rischi per l’ecosistema sono enormi, devastanti. Pensiamo ai minuscoli pezzi di plastica che vengono ingeriti dagli animali marini:influiscono sul loro sistema endocrino e immunitario e risalgono piano piano la catena alimentare .
Esistono delle soluzioni?
Gli studiosi invitano a ridurre la produzione di plastica soprattutto nel settore del packaging, ovvero gli imballaggi dei prodotti che compriamo.Per questo devono collaborare istituzioni, cittadini e aziende.
I ricercatori britannici hanno utilizzato un modello sugli spostamenti della plastica nell’oceano per capire quali siano le aree migliori per dispiegare “COLLETTORI” per le macroplastiche: barriere galleggianti che convogliano la plastica e la rimuovono.Questi collettori potrebbero rimuovere il31% delle microplastiche che stanno soffocando l’oceano.Nel 2016 un 21enne un olandese: Boyan Slat ha ideato con la sua fondazione OCEAN CLEANUP FOUNDATION un meccanismo che permette di sfruttare le correnti e le onde per raccogliere i rifiuti di plastica grazie ad un’enorme barriera galleggiante.Da quest’anno il suo progetto dovrebbe raggiungere le sue potenzialità complete e secondo le previsioni di Slat ,entro i prossimi 5 anni metà della grande isola di plastica nel Pacifico sarà rimossa.
Di estrema importanza: cooperare tutti insieme creando delle sinergie per poter più velocemente agire e far retrocedere questo processo di inquinamento. Ora più che mai il nostro Pianeta ha bisogno di noi e non possiamo rimandare a domani perchè il domani è frutto delle nostre azioni .